Gender fluid

La nostra società sta attraversando un particolare momento storico caratterizzato da importanti mutamenti sociali che ruotano intorno a una generazione che ha fatto della propria immagine il più importante strumento d’espressione e che sempre più spesso non si riconosce in classificazioni rigide, come maschio o femmina. Questo fenomeno è riscontrabile anche nell’ esperienza clinica, infatti incontriamo sempre più frequentemente giovani la cui identità di genere è refrattaria a qualsiasi categorizzazione.

L’identità di genere si sviluppa molto presto nell’infanzia e si consolida intorno ai 3-4 anni. Si può semplicisticamente definire come “ciò che una persona sente di essere”: un maschio, una femmina, un po' dell’uno e un po' dell’altro o nessuno dei due.

Un individuo gender fluid rifiuta di essere etichettato in uno schema sessuale, non si sente né etero, né bisessuale, né transessuale, ma la sua identità di genere è in costante divenire.

Non si deve fare confusione fra disforia di genere e individui gender fluid. Chi soffre di disforia di genere, come ci spiega l’attivista transgender Monica Romano, vive una condizione di profondo e insopprimibile disagio provocato dalla discrepanza fra genere percepito/esperito e genere assegnato alla nascita. Questo disagio compromette aree di vita significative e i soggetti  che lo sperimentano di solito si identificano come transgender e possono decidere di avviare un percorso di transizione.

Una persona gender fluid non è necessariamente affetta da disforia, e di solito vive in maniera serena la pluralità. Le persone fluide non necessariamente decidono di intraprendere un percorso di transizione e solo in taluni casi sentono il bisogno di uniformarsi alle etichette di genere imposte dalla società.

La non conformità di genere in sé del resto non è da considerarsi una malattia, tuttavia, quando la discrepanza crea un disagio o una disabilità significative, bisogna riconoscere il disturbo e fornire il giusto supporto al soggetto. Il disagio si manifesta con una combinazione di ansia, depressione e irritabilità.

Orientamento sessuale e ruolo di genere sono due concetti che si intrecciano con l’identità di genere, ma non devono essere con essa confusi.

Il ruolo di genere è espressione obiettiva, pubblica, dell'identità di genere. Comprende tutto ciò che la gente dice e fa per indicare a se stessa e agli altri il genere nel quale si identifica. E’ fortemente influenzato dalle consuetudini sociali alle quali ci si può conformare o meno (ad es. si ritiene che ai maschi piaccia il calcio, ma non sempre è così). L’orientamento sessuale è invece l’attrazione emotiva, affettiva e fisica che si sviluppa verso un altro soggetto sia esso di sesso opposto (eterosessualità), dello stesso sesso (omosessualità) o di entrambi i sessi (bisessualità)

Per la maggior parte degli individui vi è conformità tra sesso biologico (nascita), identità di genere e ruolo di genere. Cionondimeno i soggetti con disforia di genere, sperimentano un certo grado di incongruenza tra il loro sesso e la loro identità di genere.

Secondo i dati epidemiologici è in crescita il numero di adolescenti che chiedono di poter cambiare sesso. Ad esempio, a Torino, soltanto in un anno le richieste si sono raddoppiate; a Londra l’incremento di richieste da parte di giovani under 18 è cresciuto del 400% rispetto al passato.

× terapia online info