La rubrica dedicata alle tue domande.
Non esitare a scriverci per qualsiasi dubbio, incertezza o informazione desideri ricevere e consulta il nostro Forum dove potrai iscrivervi e partecipare alle discussioni online.
Novembre 2024
disturbi apprendimento
I problemi specifici di apprendimento migliorano con il trascorrere degli anni? Carlo
Caro Carlo molto dipende dalla tempestività con la quale è fatta la diagnosi, infatti tanto prima viene diagnosticato il problema, tanto prima si interviene con un trattamento riabilitativo come logopedia, psicomotricità. La diagnosi permette di non far incancrenire la situazione creando anche disturbi psicologici quali ansia da prestazione, bassa autostima, stress, isolamento, depressione. Nei casi nei quali il disturbo è molto lieve succede altresì che con la crescita tenda a compensarsi naturalmente, ma non dimentichiamo che ogni caso è unico e va affrontato nella sua particolarità.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Ottobre 2024
problemi d’ansia
Buongiorno dottoressa Chiesa, recentemente ho avuto per la prima volta in vita mia, un fortissimo attacco d’ansia incontrollata, per un attimo ho pensato che il mio cuore si fermasse e che il mio cervello fosse andato in tilt. Secondo il mio medico, che mi segue da 10 anni, non è stato un vero e proprio attacco di panico, ma questo episodio mi ha lasciato un sacco di dubbi e di paure. Le chiedo: cosa scatena gli attacchi di panico? Mara
Carissima Mara, non c’è una ragione specifica che scateni la cosiddetta “crisi di panico”, ma semmai concorrono diversi fattori legati ad una situazione di stress emotivo, di tensione, di cambiamento, di perdita di sicurezza. Anche l’utilizzo di sostanze stupefacenti può alimentare il disturbo. Ti consiglio di non creare un circolo vizioso attorno a questo singolo episodio, cerca di non dargli più peso del necessario e fidati del parere del tuo medico che ti conosce da tanto tempo.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Settembre 2024
Scuola
Gentilissima dottoressa Chiesa, non so più cosa fare, mio figlio Fabio di 9 anni si rifiuta di andare a scuola. Un giorno ha mal di testa, un altro la febbre, un altro non dorme tutta la notte e il mattino non si regge in piedi e, quando non inventa nuovi fantasiosi malesseri fisici, piange disperatamente e si rifiuta di uscire. Caterina
Cara Caterina, quando un bambino si rifiuta di andare a scuola, è importante affrontare la situazione con comprensione e pazienza. Ecco alcuni suggerimenti su come affrontare il problema:
1. Parla con Fabio per cercare di capire il motivo che lo spinge a non voler andare a scuola. Potrebbe esserci un problema specifico come il bullismo, le difficoltà accademiche, l’ansia da separazione, o invece potrebbe trattarsi di problemi personali che stanno influenzando il suo comportamento.
2. Fornisci uno spazio sicuro al tuo bambino in modo che possa esprimere i suoi sentimenti e le sue preoccupazioni apertamente. Ascolta con attenzione e senza giudicare per capire meglio ciò che lo sta turbando.
3. Comunica con gli insegnanti e il personale scolastico per capire se ci sono problemi specifici a scuola che possono essere affrontati. Potrebbero essere in grado di offrire supporto e risorse per aiutare Fabio ad affrontare le sue preoccupazioni.
4. Crea una routine mattutina rassicurante che aiuti il bambino a sentirsi più sicuro e confortato nell’andare a scuola. Ciò potrebbe includere attività rilassanti come leggere insieme, ascoltare musica tranquilla o fare una passeggiata prima delle lezioni.
5. Fai in modo di riconoscere e lodare Fabio per i piccoli successi, anche se sono solo piccoli passi verso il ritorno a scuola. Rafforzare il comportamento positivo può aiutare il bambino a sentirsi più fiducioso nel superare le sue paure.
6. Sii paziente e costante nel supportare tuo figlio durante questo periodo difficile. Potrebbe essere necessario del tempo per affrontare le sue preoccupazioni e sentirsi più a suo agio nell’andare a scuola. Se il bambino dovesse continuare a rifiutarsi di frequentare la scuola nonostante i vostri sforzi, potrebbe essere utile cercare il supporto di un consulente scolastico, uno psicologo o un terapeuta per comprendere e affrontare le sue preoccupazioni in modo più approfondito.
Ricorda che ogni bambino è unico e potrebbe richiedere un approccio personalizzato per affrontare le sue preoccupazioni .
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Agosto 2024
Disturbi alimentazione
Gentilissima dottoressa Chiesa, ho notato che mia figlia Veronica, di 16 anni, si alza spesso di notte e di nascosto mangia tutto quello che le capita. Ho paura che soffra di quel disturbo definito Bed. Cosa devo fare? Anna
Cara Anna, se sospetti che Veronica soffra di Disturbo da Alimentazione Incontrollata (BED), è importante cercare il supporto e la consulenza di professionisti della salute mentale e del settore medico. Ecco alcuni passi che potresti seguire:
1. Consulta un professionista: portala da un medico o da uno psicoterapeuta specializzato nei disturbi dell’alimentazione. Questi professionisti possono valutare la situazione e fornire una diagnosi accurata.
2. Psicoterapia: La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è spesso raccomandata per il trattamento del BED. Questo tipo di terapia può aiutare a identificare e affrontare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati all’alimentazione.
3. Supporto nutrizionale: Potrebbe essere utile lavorare con un dietista o un nutrizionista specializzato nei disturbi dell’alimentazione. Questi professionisti possono sviluppare un piano alimentare sano ed equilibrato.
4. Supporto emotivo: È importante avere una rete di supporto emotivo composta da amici, familiari o gruppi di sostegno che possano offrirle conforto, comprensione e incoraggiamento durante il percorso di recupero.
5. Monitoraggio medico: Il vostro medico può monitorare la salute fisica di Veronica e prescrivere eventuali trattamenti o interventi medici necessari per gestire le conseguenze fisiche del BED.
6. Sviluppare strategie di coping: Imparare tecniche di gestione dello stress possono aiutarla a fronteggiare le situazioni che scatenano le abbuffate.
7. Modifica dell’ambiente: Riduci l’accesso ai cibi che tendono a scatenare abbuffate e crea un ambiente alimentare più sano.
Ricorda che il recupero dal BED può richiedere tempo e impegno, ma è possibile ottenere sostanziali miglioramenti con il supporto adeguato. Non esitare a chiedere aiuto e ad affrontare il disturbo in modo proattivo.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Luglio 2024
Disturbi alimentazione
Dottoressa Chiesa a mia figlia è stata diagnosticata la sitofobia, di cosa si tratta? Lara
Carissima Lara, La sitofobia è una condizione psicologica caratterizzata dalla paura irrazionale o dal disagio associato al cibo, al mangiare o al processo di alimentazione. Le persone affette da sitofobia possono provare ansia, disgusto o paura al pensiero di mangiare o possono avere una restrizione estrema dell’assunzione di cibo. Questo disturbo può portare a una serie di conseguenze negative per la salute, compresa la malnutrizione e problemi correlati.
Le cause della sitofobia possono variare e possono includere traumi passati, esperienze negative legate al cibo, disturbi alimentari, ansia o altri fattori psicologici. Il trattamento della sitofobia può coinvolgere la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia psicologica e l’assistenza nutrizionale per aiutare la persona a superare la paura e adottare comportamenti alimentari più sani.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Giugno 2024
Disturbi di apprendimento
Gentilissima dottoressa Chiesa, il mio bimbo Dario, che frequenta la prima elementare, si rifiuta di leggere. Cosa devo fare?
Samanta
Cara Samanta, se il tuo bambino si rifiuta di leggere, ci sono diverse cose che potresti fare per incoraggiarlo e supportarlo nel suo apprendimento:
1. Assicurati che ci siano libri accessibili e interessanti in casa. Crea uno spazio accogliente e confortevole per leggere incoraggiando Dario a dedicarsi a questa attività tutti i giorni.
2. Passa del tempo a leggere insieme a tuo figlio. Puoi scegliere libri che gli piacciono e che siano adatti alla sua età e al suo livello di lettura. Leggere insieme può essere un momento piacevole e rilassante che rafforza anche il legame tra voi.
3. Cerca di rendere la lettura un’attività divertente e coinvolgente. Puoi fare voci diverse per i diversi personaggi, coinvolgendo Dario nella lettura ad alta voce o chiedendogli di fare predizioni sulla trama del libro.
4. Gli audiolibri possono essere un ottimo modo per introdurre storie e testi interessanti al tuo bambino, specialmente se si sente intimidito dalla lettura. Potete ascoltarli insieme e poi discutere dei contenuti.
5. Parla con gli insegnanti della tua scuola per ottenere consigli e supporto. Potrebbero avere risorse aggiuntive o suggerimenti specifici per aiutare tuo figlio a sviluppare l’interesse per la lettura.
6. È importante essere pazienti e positivi, evita di mettere pressione su di lui e cerca di celebrare ogni piccolo successo lungo il percorso.
Se il tuo bambino continua a mostrare disinteresse per la lettura nonostante i tuoi sforzi, potrebbe essere utile consultare uno specialista dell’apprendimento o uno psicologo per valutare se ci siano eventuali difficoltà o sfide specifiche che possano essere affrontate.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Maggio 2024
Disturbi d’ansia
Buongiorno dottoressa Chiesa, sono una mamma disperata, non so più cosa fare quando porto mio figlio al nido, perché urla e si dispera. Simona
Cara Simona, l’esperienza di separazione tra un bambino e sua madre può essere difficile per entrambi. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti a gestire la situazione:
• È utile introdurre gradualmente il bambino all’idea della separazione. Puoi iniziare con brevi periodi di separazione e poi aumentare gradualmente la durata.
• Assicurati di aver scelto un asilo nido di cui ti fidi. Parla con gli insegnanti, fai in modo che il bambino familiarizzi con l’ambiente.
• Crea una routine di separazione. Ad esempio, potresti sviluppare un rituale di addio breve e dolce che aiuti il bambino a capire che, anche se ti stai allontanando, tornerai a prenderlo.
• Usa un linguaggio positivo quando parli dell’asilo nido con il tuo bambino. Spiega cosa farà durante la giornata e sottolinea gli aspetti divertenti e interessanti.
• Mostra comprensione e empatia verso i sentimenti del tuo bambino. Puoi dire cose come “Capisco che ti senti triste quando sono via, ma sarò di nuovo qui per prenderti più tardi.
• Cerca di mantenere la tua stessa stabilità emotiva durante la separazione. I bambini possono percepire l’ansia dei genitori, quindi cerca di rimanere calma e positiva.
• Quando è il momento dei saluti, fallo in modo breve e deciso. Evita di prolungare il momento della separazione, poiché questo potrebbe aumentare l’ansia del bambino.
• Quando torni a prendere il tuo bambino, fallo con entusiasmo. Mostra che sei felice di rivederlo e condividi qualche momento positivo della tua giornata.
• Dedicagli del tempo di qualità. Questo aiuterà a rinforzare il legame tra voi e a creare associazioni positive con il tempo trascorso insieme.
Se il tuo bambino continua a mostrare resistenza alla separazione, potrebbe essere utile discutere della situazione con gli insegnanti dell’asilo nido. Potrebbero avere suggerimenti specifici per gestire il processo di adattamento. Ricorda che ogni bambino è unico, quindi potrebbe essere necessario sperimentare diverse strategie per trovare quella più adatta a tuo figlio.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Marzo 2024
Disturbi del comportamento
Gentilissima dottoressa Chiesa, ho appena scoperto che a mio nipote hanno fatto una diagnosi di disturbo oppositivo. Mi aiuta a capirci qualcosa?
Nonna Ada
Carissima Ada è innanzitutto essenziale sottolineare che il Disturbo Oppositivo Provocatorio è una condizione clinica e non semplicemente un comportamento difficile o ribelle tipico dell’infanzia. La diagnosi deve essere formulata da un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra, sulla base di un’analisi approfondita dei sintomi e del loro impatto sulla vita del bambino. Inoltre è essenziale escludere altre condizioni che potrebbero contribuire ai comportamenti oppositivi, come disturbi dell’umore o dell’attenzione. Non mi hai specificato chi abbia fatto questa diagnosi, ma cercherò comunque di fornirti qualche chiarimento. La diagnosi di Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) nei bambini indica la presenza di un modello persistente di comportamento oppositivo, sfidante, provocatorio e ostile nei confronti di autorità e figure adulte. Per ricevere una diagnosi di DOP, i sintomi devono superare i limiti considerati normali per l’età del bambino e devono causare un significativo disagio o interferire con il funzionamento quotidiano del bambino e della sua famiglia. l trattamento di questo disturbo coinvolge solitamente un approccio multidisciplinare che può includere interventi psicologici, educativi e, in alcuni casi, farmacologici. È importante notare che l’approccio terapeutico può variare a seconda della gravità dei sintomi e delle specifiche esigenze del bambino
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Febbraio 2024
Disturbi del sonno
Gentilissima dottoressa Chiesa, mi chiedevo se la separazione dei genitori può influire sulla qualità del sonno dei figli. Greta
Carissima Greta, la separazione dei genitori può influenzare la qualità del sonno dei bambini.
Questo può verificarsi per diverse ragioni:
1. Stress emotivo: La separazione dei genitori può essere un evento stressante e traumatico. L’ansia e l’incertezza legate alla situazione, possono interferire con la capacità del bambino di rilassarsi e addormentarsi.
2. Cambiamenti nella routine: La separazione comporta cambiamenti significativi nella quotidianità dei bambini, influenzando a volte anche la loro routine del sonno. Questi cambiamenti possono rendere più difficile per loro adattarsi a un nuovo schema influenzando negativamente il loro sonno.
3. Emozioni e preoccupazioni: I bambini potrebbero sentirsi emotivamente turbati a causa della separazione dei genitori. Ansia, tristezza o paura possono emergere durante la notte, disturbando il riposo.
4. Ambiente diverso: Se la separazione comporta un cambiamento nell’ambiente di vita del bambino, come spostarsi in una nuova casa, la novità potrebbe influire negativamente sulla qualità del sonno.
5. Cambiamenti nella dinamica familiare: La separazione può portare a cambiamenti nella dinamica familiare, come la presenza di un solo genitore durante la notte. Questi cambiamenti possono avere un impatto sull’esperienza di sicurezza e comfort del bambino durante il sonno.
È importante affrontare le preoccupazioni e le emozioni dei bambini durante la separazione dei genitori cercando di mantenere, per quanto possibile, una routine coerente. L’apertura al dialogo, il supporto emotivo e, se necessario, il coinvolgimento di professionisti come consulenti familiari o psicologi possono contribuire a mitigare l’impatto della separazione sulla qualità del sonno dei bambini.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Gennaio 2024
Disturbo bipolare
Un bambino che alterna fasi di iperattività a fasi di apatia totale, potrebbe avere un disturbo bipolare? Igor
Caro Igor, le informazioni che mi fornisci sono troppo scarne per trarne delle conclusioni attendibili. Un bambino che alterna fasi di iperattività a fasi di apatia totale, potrebbe suggerire la possibilità di un disturbo bipolare, ma è importante notare che altri disturbi o condizioni possono manifestarsi con sintomi simili. Il disturbo bipolare nei bambini è noto per comportare cambiamenti estremi dell’umore, con fasi di mania caratterizzate da euforia, irritabilità e iperattività, seguite da fasi depressive con apatia, tristezza e bassa energia.
Tuttavia, altri disturbi come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), disturbi dell’umore atipici o disturbi dell’ansia possono presentare sintomi simili. La valutazione di un professionista della salute mentale è essenziale per ottenere una diagnosi accurata. La diagnosi precoce e l’intervento tempestivo possono essere cruciali per il benessere a lungo termine del bambino.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Dicembre 2023
Cyberbullismo
Buonasera dottoressa, sono il padre di una ragazza di 14 anni e temo che la mia bambina sia vittima di cyberbullismo. Non so come affrontare il problema. La prego mi aiuti. Non vorrei ingigantire una mia sensazione infondata. Dario
Caro Dario, la tua preoccupazione è legittima, ecco alcuni passi che puoi intraprendere se temi che tua figlia possa essere vittima di cyberbullismo:
1. Comunicazione aperta: Parla con lei apertamente e sinceramente. Fai in modo che si senta a suo agio nel condividere le proprie esperienze online. Assicurale che sei lì per supportarla e non per giudicarla.
2. Educazione digitale: Insegnale l’importanza di un comportamento online responsabile e rispettoso. Spiegale cos’è il cyberbullismo, come riconoscerlo e cosa fare se lo incontra.
3. Monitoraggio: Tieni d’occhio le sue attività online senza invadere la sua privacy.
4. Segnali di avvertimento: Familiarizzati con i segnali di avvertimento del cyberbullismo, come cambiamenti improvvisi nel comportamento, nella performance scolastica, nel sonno, nell’appetito o la volontà di evitare l’uso del computer o del telefono.
5. Coinvolgi la scuola: Se ritieni che il cyberbullismo coinvolga compagni di scuola, contatta il personale scolastico e condividi le tue preoccupazioni. Molte scuole hanno politiche anti-bullismo e possono intervenire per risolvere la situazione.
6. Supporto emotivo: Offri a tua figlia un sostegno emotivo costante. Il cyberbullismo può avere un impatto psicologico significativo. Assicurale che non è sola in questa situazione e che ci sono persone disposte ad aiutarla.
7. Supporto professionale: Se tua figlia sta lottando con l’ansia, la depressione o altri problemi emotivi a causa del cyberbullismo, potrebbe essere utile consultare un consulente o uno psicologo. Questi professionisti possono fornire un supporto specifico e strategie per affrontare la situazione.
Ricorda che il tuo ruolo principale è di fornire un ambiente sicuro in cui tua figlia possa affrontare il problema.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Novembre 2023
Rabbia
Buongiorno dottoressa Chiesa, sono il papà di Tommaso, un bimbo di 8 anni. Mio figlio ultimamente è molto aggressivo. Mi devo preoccupare? Aldo
Caro Aldo, la rabbia è un’emozione primaria, molto frequente nell’infanzia, è un segnale d’allarme riguardante un cambiamento verificatosi in noi o nell’ambiente che ci circonda. Pertanto tale allarme va preso in considerazione. In altre parole la rabbia indica che qualcosa si interpone fra noi e il raggiungimento del nostro obiettivo, si manifesta quando percepiamo un senso di ingiustizia. In molti casi è un’importante emozione adattiva che contribuisce alla crescita personale. Un intervento diventa necessario quando il bambino non riesce a gestire la rabbia e questa sfugge al suo controllo con conseguenze negative (violenza, liti, difficoltà relazionali e sociali…) In questo caso l’intervento di un professionista può aiutare il bimbo a sviluppare tecniche di autoregolazione e a gestire il sentimento e le cause che lo scatenano.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Ottobre 2023
Bullismo
Gentilissima dottoressa Chiesa, a proposito di bullismo, quali sono i sentimenti, le emozioni che prova la vittima? Edda
Cara Edda, la vittima di bullismo può provare: rabbia, per quanto accaduto, vergogna, perché teme che i compagni lo considerino un fifone, senso di colpa, perché si sente responsabile per l’accaduto, paura, perché teme di essere nuovamente molestato fisicamente o psicologicamente. La sofferenza psicologica e l’esclusione sociale sono conseguenze del bullismo.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Settembre 2023
Gioco simbolico
Buongiorno dottoressa Chiesa, la psicologa di mia figlia mi ha parlato del gioco simbolico, ma non ho capito bene che tipo di gioco sia. Anna
Cara Anna il gioco simbolico si fonda sull’uso del pensiero simbolico, sull’acquisizione delle competenze rappresentative, ovvero sulla capacità di rappresentarsi mentalmente oggetti, situazioni, persone, indipendentemente dalla loro presenza reale. In parole povere è il “gioco del far finta di”, è un’opportunità di fare un’esperienza creativa, simbolica, motoria e sensoriale.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Agosto 2023
Oggi abbiamo scelto il quesito di una zia preoccupata.
La mia nipotina Betta soffre di autismo. Il disturbo le è stato diagnosticato l’anno scorso, all’età di 5 anni. Mia sorella e mio cognato ancora oggi fanno fatica ad accettare la situazione e cercano di tenere Betta il più possibile “prigioniera” di un ambiente perfetto costruito a sua misura, evitandole il confronto con il mondo esterno. A me questo atteggiamento non sembra salutare, secondo lei mia nipote potrà essere inserita in una scuola normale?
Grazie ad un corretto ed efficace programma terapeutico, in genere si riesce ad aiutare il soggetto autistico ad acquisire i prerequisiti necessari per l’inserimento nella scuola dell’obbligo. I genitori devono essere coinvolti attivamente nell’iter terapeutico insieme al corpo docente. Ci deve essere una comunicazione aperta e sincera sulle difficoltà che si incontrano e insieme si aiuta Betta a sviluppare una concreta integrazione.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Luglio 2023
Questo mese ho scelto il quesito di Anna
Buongiorno dottoressa Chiesa, sono stata convocata dalle maestre di mio figlio Ettore che ha 5 anni e va all’asilo, perché secondo loro dovrei farlo vedere da una logopedista in quanto non pronuncia ancora bene alcune parole. Non vorrei sembrare irriverente, ma a me ormai sembra una moda portare i bambini da questo o quello specialista, ai miei tempi non ricordo proprio di compagni o amici che abbiano visto tutti questi dottori. Anna
Cara Anna, ha sicuramente ragione nell’affermare che oggi c’è una sensibilità e un’attenzione più critica nella valutazione delle varie fasi di sviluppo del bambino, ma questo non può essere che un bene, perché ci aiuta a fornire ai nostri figli gli strumenti per una crescita sana ed equilibrata. Non trascurerei il consiglio delle maestre di suo figlio, Ettore potrebbe avere un problema di DSA che con una diagnosi precoce può essere facilmente controllato e risolto. La logopedista, grazie ad una terapia di riabilitazione, può aiutare suo figlio a migliorare il linguaggio e la comunicazione. Questo tipo di disturbo se trascurato, può provocare nel soggetto che ne soffre bassa autostima, isolamento, rabbia.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Maggio 2023
Questo mese abbiamo scelto un quesito sui disturbi del sonno
Mio marito ed io siamo su posizioni opposte rispetto al rituale che precede il riposo notturno di nostro figlio Nicolas di 5 anni: io sostengo che la sera non si debbano fare giochi troppo movimentati, soprattutto niente tablet, ma piuttosto un bel libro di favole, come faceva mia madre con me. Lui si ostina a sostenere che invece bisogna “stancarlo” e quindi tutte le sere improvvisano battaglie con i cuscini, gare con la playstation, sfide con la spada laser. Il risultato è che alle 23 Nicolas è ancora pimpante e si rifiuta di dormire.
Non voglio essere causa di discussioni famigliari, ma mi vedo d’accordo con lei: i bambini la sera non devono essere sovrastimolati, quindi no a giochi attivi, rumori forti e luci violente, bisogna invece creare un ambiente rilassante e ovattato.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Marzo 2023
Questo mese abbiamo scelto il quesito di un fidanzato preoccupato
Gentile dottoressa, la mia fidanzata Agnese di 25 anni ha sofferto in passato di anoressia. Ultimamente ho notato che si comporta in modo strano quando ceniamo insieme: tagliuzza il cibo in pezzettini millimetrici lamentandosi di avere un’infiammazione in bocca, spizzica qualcosa, ma non finisce mai la sua porzione, più volte l’ho sorpresa chiusa in bagno. Ho provato ad affrontare con lei l’argomento, ma si trincera dietro un silenzio ostile. Si può ricadere nell’anoressia?
Purtroppo sì e dal comportamento di Agnese deduco che è nella fase di negazione, non vuole ammettere di essere nuovamente in difficoltà e quindi è importante intervenire tempestivamente, prima che la situazione diventi cronica. Devi starle vicino, sostenendola senza colpevolizzarla, non ergerti a giudice, ma parlale con dolcezza, cercando di comprendere il suo disagio. Non esitare nel cercare aiuto in un centro specializzato.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Febbraio 2023
Questo mese abbiamo scelto il quesito di Emma
Buongiorno Dottoressa, mia figlia Cristina soffre di problemi legati ad un distorto rapporto con il cibo, è stata per un po’ da uno psicologo, ma ora si ostina ad affermare che può uscirne da sola. Secondo lei è possibile? Emma
Buongiorno Emma, purtroppo i disturbi del comportamento alimentare hanno radici profonde nel vissuto emotivo, psicologico e fisico di chi ne soffre. Bisogna affidarsi ad un’equipe specializzata che spesso comprende: internista, psicologo e psichiatra. Parliamo di problemi importanti che si riflettono anche sulla salute dei soggetti e che devono essere trattati con serietà e professionalità, l’auto cura non sortisce alcun risultato.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Gennaio 2023
Questo mese abbiamo scelto il quesito di Gino
Buonasera dottoressa, vorrei sapere cosa si intende quando si parla di alimentazione selettiva dei bambini. Gino.
Caro Gino, solitamente si fa riferimento ad un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dal rifiuto del bambino di nutrirsi con un’ampia e variata gamma di cibi. Il soggetto si crea una routine alimentare che solitamente comprende al massimo 6 vivande, opponendosi all’introduzione di qualunque altro cibo. Per lo più mangia carboidrati, pane, patatine, biscotti… Disgusto, vomito e ansia accompagnano qualsiasi tentativo del genitore di introdurre nuove fonti di nutrimento.
Il rifiuto può essere legato a caratteristiche sensoriali (sapore, profumo, consistenza). I soggetti solitamente hanno peso nella norma e non manifestano ossessione per il proprio aspetto fisico. Il problema spesso si risolve spontaneamente in adolescenza, grazie al bisogno di uniformarsi al gruppo dei pari.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Ottobre 2022
Abbiamo scelto dal nostro forum il quesito di Luisa, che affronta un tema sempre all’ordine del giorno
Carissima dottoressa Chiesa, sono preoccupata per mia figlia Anna di 26 anni. Nel corso degli ultimi mesi è ingrassata di 10 kg, è sempre scontrosa, chiusa in se stessa e scontenta. Ho notato con preoccupazione che soprattutto di notte si alza e svuota il frigo senza neppure preoccuparsi di scaldare gli avanzi. Ho pensato subito alla bulimia, ma non mette in atto alcun comportamento compensatorio. Lei non vuole parlarne.
Luisa
Cara Luisa, tua figlia potrebbe soffrire del “Binge eating disorder” detto anche BED. Il disturbo si caratterizza per la presenza di “abbuffate” alle quali non fanno seguito, a differenza della bulimia nervosa, strategie finalizzate a compensare l’ingestione del cibo assunto in eccesso. Ti consiglio di convincerla ad affrontare il problema con un terapista specializzato in questo tipo di disturbi.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Settembre 2022
Dottoressa Chiesa come si può capire se il bambino soffre di un disagio psicologico? Paolo
Innanzitutto Paolo si deve valutare l’ambiente nel quale vive il bimbo e il suo comportamento nei diversi ambiti della sua vita: scuola, casa, parco, amici, famigliari.
Per capire se ci sono segnali di malessere psicologico occorre non dimenticare che il disagio può essere comunicato con modalità diverse a seconda dell’età evolutiva e delle caratteristiche del bambino.
Un bambino molto piccolo esprimerà il suo stato psicologico attraverso canali non-verbali come il gioco o il disegno. Invece un adolescente o un pre-adolescente, manifesterà eventuali disagi attraverso comportamenti e azioni inadeguati.
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Luglio 2022
Oggi abbiamo scelto la domanda di una mamma di Roma
Gentile dottoressa, sono una mamma di Roma e, dietro consiglio della scuola, ho fissato per mio figlio una visita da un terapista della neuropsicomotricità. Temo che Giorgio possa essere molto nervoso per questo incontro, come devo prepararlo?
Mamma di Giorgio
Cara “mamma di Giorgio”, anche nel tuo caso l’approccio dipende dall’età del bimbo, in linea generale se è ancora piccolo puoi giocare sul fatto che lo porterai a trovare un signore/ra che aiuta i bambini ad imparare nuovi giochi. Nel caso sia più grande pensa a quali problemi affliggono Giorgio e insisti sul fatto che il terapeuta può aiutarlo a risolverli: ad esempio “Ti aiuterà a capire perché confondi le parole e ad essere più veloce con i numeri.”
Non esitate a contattarmi in caso di dubbi o perplessità.
____________
Maggio 2022
Oggi ho scelto dal nostro forum il quesito di Luisa.
Carissima dottoressa Chiesa, sono preoccupata per mia figlia Anna di 26 anni. Nel corso degli ultimi mesi è ingrassata di 10 kg, è sempre scontrosa, chiusa in se stessa e scontenta. Ho notato con preoccupazione che soprattutto di notte si alza e svuota il frigo senza neppure preoccuparsi di scaldare gli avanzi. Ho pensato subito alla bulimia, ma non mette in atto alcun comportamento compensatorio. Lei non vuole parlarne. Luisa
Cara Luisa, tua figlia potrebbe soffrire del “Binge eating disorder” detto anche Bed. Il disturbo si caratterizza per la presenza di “abbuffate” alle quali non fanno seguito, a differenza della bulimia nervosa, strategie finalizzate a compensare l’ingestione del cibo assunto in eccesso. Ti consiglio di convincerla ad affrontare il problema con un terapista specializzato in questo tipo di disturbi.
Non esitate a contattarmi anche in privato per dubbi o consulti
____________
Aprile 2022
Oggi ho scelto dal nostro forum il quesito di Ida.
Sono la mamma di un bimbo di 16 mesi che sta attraversando una fase di rabbia e irascibilità incontenibili e ha preso l’abitudine di mordere i cuginetti. Ida
Cara Ida, per i bimbi piccoli mordere è un gesto naturale, attraverso la bocca imparano a conoscere l’ambiente. Crescendo però diventa un segno di frustrazione e rabbia, che sostituisce le parole in un periodo nel quale ancora non si domina il linguaggio. Entro i 18 mesi/ 2 anni dovrebbe gradualmente smettere. Tu comunque devi insistere nel fargli capire che non si morde, perché fa male. Nel caso la manifestazione non scomparisse, devi cercare di capire perché lo fa..
Non esitate a contattarmi anche in privato per dubbi o consulti
____________
Marzo 2022
Questo mese abbiamo scelto il quesito di Dolores.
Buonasera, a mia figlia Veronica è stata diagnosticata l’ADHD, come si cura? Dolores.
Cara Dolores, per l’ADHD gli interventi terapeutici sono molteplici e includono trattamenti di tipo psicoeducativo, psicoterapeutico e in casi estremi farmacologico. La scelta del tipo di intervento terapeutico dipende dalla gravità della compromissione, dalla presenza di altri disturbi e dall’età del paziente. La neuropsicomotricità fornisce un valido trattamento con ottimi risultati.
Non esitate a contattarmi anche in privato per dubbi o consulti
____________
Dicembre 2021
Oggi abbiamo scelto la domanda di Mara.
Buongiorno dottoressa Chiesa, recentemente ho avuto per la prima volta in vita mia, un fortissimo attacco d’ansia incontrollata, per un attimo ho pensato che il mio cuore si fermasse e che il mio cervello fosse andato in tilt. Secondo il mio medico, che mi segue da 10 anni, non è stato un vero e proprio attacco di panico, ma questo episodio mi ha lasciato un sacco di dubbi e di paure. Le chiedo: cosa scatena gli attacchi di panico? Mara
Carissima Mara, non c’è una ragione specifica che scateni la cosidetta “crisi di panico”, ma semmai concorrono diversi fattori legati ad una situazione di stress emotivo, di tensione, di cambiamento, di perdita di sicurezza. Anche l’utilizzo di sostanze stupefacenti può alimentare il disturbo. Ti consiglio di non creare un circolo vizioso attorno a questo singolo episodio, cerca di non dargli più peso del necessario e fidati del parere del tuo medico che ti conosce da tanto tempo.
Non esitate a contattarmi anche in privato per dubbi o consulti
____________
Novembre 2021
Oggi ho scelto il quesito di una nonna preoccupata
Buongiorno dott.ssa Chiesa, sono una nonna preoccupata, che non vorrebbe intromettersi nel delicato rapporto genitori-figli senza motivo. Le spiego: mio nipote Matteo di 15 anni tornando a casa da scuola si ferma sempre a pranzo da me, è una consuetudine radicata nel tempo. E’ sempre stato un ragazzino estroverso, espansivo, simpatico e …una buona forchetta. Ultimamente invece è sempre imbronciato, non saluta, risponde male e più che mangiare gioca con il cibo. Negli ultimi anni ho sempre dovuto riprenderlo perché il cellulare è la sua terza mano, e se non ha in mano l’aggeggio infernale, sta chattando o giocando con il tablet. In queste settimane al contrario siede rigido in un angolo senza le sue “prolunghe tecnologiche” e le volte nelle quali sente il suono di una notifica, si irrigidisce ancora di più. L’altro giorno ho fatto per allungargli il cellulare che squillava e si è inalberato. E’ vero che sono vecchia e superata, ma tento di tenermi aggiornata e sento sempre più spesso parlare di bullismo e cyberbullismo, cosa devo fare? Mio figlio e la moglie sono sempre di corsa, Matteo ha una sorellina di 7 anni che soffre della sindrome di down, non voglio aggiungere loro inutili preoccupazioni.
Cara nonna, purtroppo il quadro che mi dipinge fa pensare. Per prima cosa bisognerebbe con delicatezza ed empatia, provare ad approcciare l’argomento con Matteo, sensibilizzandolo al confronto. Il dialogo e la consapevolezza sono fondamentali per affrontare e tentare di risolvere il disagio e nel caso il comportamento e l’atteggiamento non si modifichino, coinvolgerei la scuola e uno psicologo. La vittima e il bullo sono talvolta il frutto di una situazione familiare e sociale di crisi. La mancanza di dialogo è alla base di una società fondata sul far finta di nulla L’aspetto peggiore del cyberbullismo poi è la possibilità di colpire il bersaglio in ogni momento, facendolo sentire vulnerabile anche in quei luoghi dove generalmente dovrebbe sentirsi più sicuro.
____________
Luglio 2021
Perdoni lo sfogo dottoressa, ma credo che purtroppo questa pandemia abbia colpito in maniera capillare i nostri bimbi più fragili, come purtroppo ho sperimentato sulla mia pelle. Dolores
Cara Dolores, hai tutta la mia comprensione, purtroppo spesso i più fragili sono quelli che vengono dimenticati: tutti quei bambini con bisogni educativi particolari, sono quelli che hanno maggiormente risentito della situazione. Non tutti i centri sono riusciti a riorganizzare tempestivamente i percorsi terapeutici e alcuni pazienti sono rimasti sprovvisti del giusto appoggio. Noi di Milano Psicomotricità siamo riusciti a tamponare l’emergenza grazie alla tele riabilitazione, che si è dimostrata uno strumento efficace e in alcuni casi i genitori hanno preferito questa modalità d’intervento, anche una volta superata l’emergenza. Importante è stato anche il coinvolgimento dei genitori, anche se ha aumentato il loro carico quotidiano di lavoro. I risultati in molti casi hanno però ripagato i sacrifici.
____________
Giugno 2021
Dottoressa Chiesa la mancanza di una routine scolastica può influire sull’equilibrio di bimbi e adolescenti?
Carissima Anna, la routine scolastica è fondamentale per insegnare ai giovani il meccanismo dell’organizzazione. La ripetitività, intesa come ritmo quotidiano, costituito da un susseguirsi di attività e di abitudini, è importante in tutte le fasi dell’età evolutiva e partecipa alla costituzione del senso di identità, è un punto di riferimento. La perdita della routine determina destabilizzazione ed irrequietezza.
____________
Maggio 2021
Abbiamo scelto dal nostro forum il quesito di Astrid, perché tratta un tema molto comune in questo periodo.
Gentilissima dottoressa Chiesa, mio figlio Lapo di 3 anni, ha iniziato ad avere problemi durante il riposo notturno. Sin da piccolo gli abbiamo insegnato una routine del sonno che comprendeva: orso nanna, favola, preghierina e bacio della buona notte e devo dire che si è sempre addormentato senza problemi. Quest’anno invece ha cominciato a chiamarci più volte nel corso della serata, perché ha paura del buio e si sveglia di notte piangendo per un brutto sogno. E’ normale?
Buonasera, se nel complesso suo figlio è un bambino sereno e sano, non mi preoccuperei. La paura del buio e gli incubi notturni rappresentano una fase normale dello sviluppo infantile legata alla consapevolezza di una maggiore autonomia dai genitori, all’ansia per il distacco dalle figure genitoriali, all’ingresso alla scuola materna, all’incontro con nuove figure di riferimento (maestre d’asilo).
____________
Febbraio 2021
Per febbraio abbiamo scelto dal nostro forum il quesito di un papà preoccupato per il figlio adolescente.
Buongiorno sono Aldo il papà di Ettore di 16 anni. Vorrei un consiglio su come comunicare con mio figlio che ormai non riconosco più: è sempre arrabbiato, scostante, maleducato, non ci racconta più nulla, risponde a monosillabi…Non so proprio come prenderlo…
Caro Aldo, non devi scoraggiarti, comunicare con un figlio adolescente è difficile per tutti. Innanzitutto devi capire che Ettore non è più il “tuo bambino” sta cambiando, sta cercando la sua strada e per farlo ha bisogno dei suoi spazi, di prendere le distanze non solo da te e da tua moglie, ma soprattutto da quello che rappresentate. La sfida è insita al percorso di crescita, così come la ricerca di indipendenza. Questo non significa che non abbia più bisogno di voi, solo dovete trovare un nuovo piano di comunicazione. Giocate sull’ascolto empatico, non fategli domande chiuse alle quali può rispondere semplicemente con un sì o con un no, interessatevi alla sua vita in generale, ai suoi hobby, ai suoi gusti, alle sue opinioni. Rispettate i suoi tempi e i suoi spazi, facendogli sentire che comunque siete sempre lì per lui.
____________
Gennaio 2021
Gentile dottoressa Chiesa, sono una ragazza di 22 anni con grossi disagi familiari. Ho un pessimo rapporto con mia madre e non riuscendo a gestire lo stress emotivo, riverso tutta la mia frustrazione nel cibo. Passo da periodi di abbuffate incontrollate, la primavera scorsa sono ingrassata di 7 chili, a periodi di digiuno quasi totale. In questi ultimi mesi non solo ho perso i chili presi, ma sono dimagrita di altri 3 chili. Sto male. Cosa posso fare? Elena
Cara Elena,
il disagio che stai vivendo non deve essere sottovalutato. Ti consiglio di prendere contatto con uno psicologo e di cominciare quanto prima una terapia che tenga in considerazione anche i problemi di salute che possono insorgere a causa di uno scorretto comportamento alimentare.
____________
Dicembre 2020
Buongiorno dottoressa, sono Emma, mamma di Sara. La mia piccola frequenta quest’anno la quinta elementare. E’ sempre andata volentieri a scuola, ma in questo periodo cerca sempre una scusa per rimanere a casa. Cosa devo fare?
Cara Emma, sono tanti i bambini che bombardati dalle notizie che sentono in televisione o in radio, hanno sviluppato una sorta di ansia e paura che li fa sentire “esposti” tutte le volte che non sono protetti dalle mura domestiche. E’ importante parlare, spiegare loro quello che sta succedendo con un linguaggio semplice e comprensibile, senza omettere nulla, ma cercando di ridimensionare la situazione, di sdrammatizzare, cercando di farli sentire sicuri e protetti. Devono capire che il ritorno a scuola è organizzato nella massima sicurezza e che non hanno nulla da temere.
____________
Novembre 2020
Carissima dottoressa Chiesa, sono preoccupata per mia figlia Anna di 26 anni. Nel corso degli ultimi mesi è ingrassata di 10 kg, è sempre scontrosa, chiusa in se stessa e scontenta. Ho notato con preoccupazione che soprattutto di notte si alza e svuota il frigo senza neppure preoccuparsi di scaldare gli avanzi. Ho pensato subito alla bulimia, ma non mette in atto alcun comportamento compensatorio. Lei non vuole parlarne…
Luisa
Cara Luisa, tua figlia potrebbe soffrire del “Binge eating disorder” detto anche Bed. Il disturbo si caratterizza per la presenza di “abbuffate” alle quali non fanno seguito, a differenza della bulimia nervosa, strategie finalizzate a compensare l’ingestione del cibo assunto in eccesso. Ti consiglio di convincerla ad affrontare il problema con un terapista specializzato in questo tipo di disturbi.
____________
Ottobre 2020
Dal nostro forum ho scelto l’accorato appello di un’insegnante alle prese con un bambino affetto da disturbo del comportamento.
Buonasera dottoressa, sono Lidia, un’insegnante e le scrivo perchè nella mia classe c’è un bambino al quale è stato diagnosticato un disturbo oppositivo provocatorio (dop). Appartengo alla “vecchia guardia” e forse non sono prontissima ad affrontare certe situazioni, ma ho sempre svolto il mio lavoro con amore, pazienza, empatia e serietà. Cionondimeno Dario sta mettendo a dura prova il mio spirito di sopportazione. L’insegnante di sostegno è arrivata e si è ammalata. Ogni tanto si palesa una supplente, ma…Come devo comportarmi?
Cara Lidia, non dimenticare che i comportamenti disturbanti e aggressivi di Dario sono basati su difficoltà metacognitive e di mentalizzazione. Il piccolo non è in grado di sviluppare un’adeguata consapevolezza dei vissuti, dei sentimenti e dei bisogni degli altri. Dario non si rende conto veramente di come si comporta. Quindi per prima cosa non accettare le sue provocazioni, rispondigli sempre formulando richieste in positivo senza negazioni. Stabilisci delle priorità, non puoi intervenire contemporaneamente su tutti gli atteggiamenti sbagliati. Non adottare una disciplina ferrea, colpevolizzante ed umiliante. Concentrati sull’esecuzione di nuovi comportamenti positivi, piuttosto che sull’eliminazione di quelli problematici. Punisci solo i comportamenti più gravi.
____________
Settembre 2020
Abbiamo deciso di mettere in evidenza la domanda di una zia preoccupata, che riprende un argomento trattato qualche mese fa.
Dottoressa Chiesa mia nipote Cristiana di 4 anni ha manifestato sin dai primi mesi di vita, particolari sintomi che sono stati fatti risalire ad un disturbo dello spettro autistico. Ora hanno cominciato a parlare della Sindrome di Rett, com’è possibile, che vuol dire?
Una zia preoccupata
La Sindrome di Rett è una rara malattia neuroevolutiva e genetica, che colpisce soprattutto le bambine ed è una delle cause più comuni di deficit cognitivo grave. Molti sintomi come la difficoltà di linguaggio e relazione, possono essere confusi con quelli dello spettro autistico, inoltre questa sindrome non è facile da diagnosticare e in taluni casi si può cadere in errore. Una diagnosi corretta prevede in primis l’osservazione, da parte del medico, della crescita iniziale e dello sviluppo del soggetto, quindi una serie di test genetici. Si assicuri pertanto che sia stata fatta una precisa anamnesi della piccola e che oltre all’analisi psicologica di Cristiana siano stati fatti gli esami necessari.
____________
Agosto 2020
Abbiamo scelto di mettere in evidenza il quesito di Elena che parla di un disagio molto comune nella nostra società.
Gentile dottoressa Chiesa, sono una ragazza di 22 anni con grossi disagi familiari. Ho un pessimo rapporto con mia madre e non riuscendo a gestire lo stress emotivo, riverso tutta la mia frustrazione nel cibo. Passo da periodi di abbuffate incontrollate, la primavera scorsa sono ingrassata di 7 chili, a periodi di digiuno quasi totale. In questi ultimi mesi non solo ho perso i chili presi, ma sono dimagrita di altri 3 chili. Sto male… cosa posso fare?
Elena
Cara Elena, il disagio che stai vivendo non deve essere sottovalutato. Ti consiglio di prendere contatto con uno psicologo e di cominciare quanto prima una terapia che tenga in considerazione anche i problemi di salute che possono insorgere a causa di uno scorretto comportamento alimentare.
____________
Luglio 2020
Abbiamo deciso di mettere in evidenza il post di Lucrezia che tratta uno dei temi “caldi” che interessano la nostra società.
Ho seguito con interesse il suo approfondimento sul tema del bullismo. Mio figlio Jacopo, in prima media, ha cominciato ad essere vittima di un gruppetto di “bulle” della scuola. Lo hanno preso di mira a causa del suo aspetto fisico e della sua timidezza. Da qualche mese è in cura con uno psicologo, ma ho letto i suoi articoli sui benefici del Krav maga. Ritiene possa veramente essergli utile? Noi abitiamo a Latina potrebbe segnalarmi qualche centro?
Lucrezia
Cara Lucrezia, sono certa che la terapia psicologica associata alla “terapia fisica” aiuti i ragazzi a ritrovare fiducia in se stessi, a costruirsi un “nucleo” forte, rendendoli più consapevoli del proprio io mentale e del proprio io corporeo. Scrivimi in privato, nel frattempo cerco di trovare un centro serio dove Jacopo possa imparare il Krav Maga..
____________
Giugno 2020
Questo mese ho deciso di mettere in evidenza la domanda di Dolores:
Buonasera, a mia figlia Veronica è stata diagnosticata l’ADHD, come si cura? Dolores
Cara Dolores, per l’ADHD gli interventi terapeutici sono molteplici e includono trattamenti di tipo psicoeducativo, psicoterapeutico e in casi estremi farmacologico. La scelta del tipo di intervento terapeutico dipende dalla gravità della compromissione, dalla presenza di altri disturbi e dall’età del paziente. La neuropsicomotricità fornisce un valido trattamento con ottimi risultati..
____________
Maggio 2020
Questo mese insieme ai miei collaboratori ho deciso di mettere in evidenza la domanda di Anna:
Buongiorno dottoressa Chiesa, sono stata convocata dalle maestre di mio figlio Ettore che ha 5 anni e va all’asilo, perché secondo loro dovrei farlo vedere da una logopedista in quanto non pronuncia ancora bene alcune parole. Non vorrei sembrare irriverente, ma mi sembra una moda portare i bambini da questo o quello specialista, ai miei tempi non ricordo proprio di compagni o amici che abbiano fatto ricorso a tutti questi dottori….Anna
Cara Anna, ha sicuramente ragione nell’affermare che oggi c’è una sensibilità e un’attenzione più critica nella valutazione delle varie fasi di sviluppo del bambino, ma questo non può essere che un bene, perché ci aiuta a fornire ai nostri figli gli strumenti per una crescita sana ed equilibrata. Non trascurerei il consiglio delle maestre di suo figlio, Ettore potrebbe avere un problema di DSA che con una diagnosi precoce può essere facilmente controllato e risolto. La logopedista, grazie ad una terapia di riabilitazione, può aiutare suo figlio a migliorare il linguaggio e la comunicazione. Questo tipo di disturbo se trascurato, può provocare nel soggetto che ne soffre bassa autostima, isolamento, rabbia.
____________
Aprile 2020
Ho scelto per questo mese dal nostro forum la domanda di Luigi, perchè anticipa un tema che voglio riprendere a breve:
Buonasera dottoressa, sono Luigi, un ragazzo di 24 anni per natura molto ansioso ed emotivo. Di recente mi sono trovato a guidare di notte rientrando da un lavoro temporaneo. Ho sempre avuto una sorta di avversione per la guida notturna, ho problemi di vista e non mi sento sicuro, inoltre se ne sentono un sacco su quelli che guidano in stato di ebrezza o peggio. Comunque la notte in questione pioveva e procedevo piano sulla tangenziale. Un pazzo alla guida di un camion dopo avermi tallonato per un pezzo di strada che a me è sembrato eterno, mi è quasi venuto addosso. Quando finalmente si è allontanato ho dovuto accostare: tremavo, facevo fatica a respirare, mi sembrava di soffocare. Alla fine ho chiamato mia sorella che è venuta a recuperarmi con il marito. Da quella sera non riesco più a guidare neppure di giorno: mi sento soffocare, tremo, mi sudano le mani, mi sento morire. Sono pazzo? Devo farmi curare?
Caro Luigi, molti individui hanno sofferto di sporadici attacchi di panico senza però conseguenze rilevanti sui loro comportamenti. Bisogna distinguere fra l’attacco di panico e il disturbo di panico, che si differenzia dal primo in quanto condiziona lo stile di vita del soggetto che ne soffre. Ti consiglio di rivolgerti ad uno specialista per avere innanzitutto una diagnosi reale e precisa e per decidere poi come procedere. Questo non significa assolutamente che stai diventando pazzo, ma solo che forse hai bisogno di un aiuto per ridimensionare e capire le tue ansie..
____________
Marzo 2020
Per questo mese ho deciso di riproporre il quesito di Monica:
Buongiorno dottoressa, sono una mamma preoccupata: mio figlio Edoardo di 6 anni, ha iniziato a settembre la scuola, è iscritto in prima elementare. La vivacità e l’entusiasmo che manifestava all’inizio dell’anno, sono scemati nel corso delle settimane e poco a poco è diventato taciturno, ombroso e spesso irascibile. Le maestre fanno fatica a coinvolgerlo nel gruppo classe e ad oggi ha imparato solo a scrivere con grande fatica il suo nome e poche altre parole. Ho forse sbagliato non preoccupandomi di insegnargli l’alfabeto prima dell’inizio della scuola? Molti suoi compagni già sapevano un po’ leggere….Monica da Torino
Cara Monica, innanzitutto non colpevolizzarti inutilmente, ci sono bambini che manifestano un naturale interesse per la scrittura prima dell’età scolare e in questo senso è giusto soddisfare la loro curiosità, ed altri che non manifestano quest’esigenza e pertanto non vanno forzati prima del tempo. Da quanto mi racconti Edoardo probabilmente ha un problema di deficit dell’apprendimento, questo non significa che è meno intelligente degli altri bambini o non normale. Semplicemente ha bisogno di percorsi educativi speciali, perché le sue reti neuronali funzionano in modo diverso. Ora è importante una corretta e tempestiva diagnosi per intervenire in maniera adeguata permettendo al piccolo di riguadagnare il terreno perduto riconquistando anche sicurezza in se stesso e senso di adeguatezza.
____________
Febbraio 2020
Per questo mese ho scelto dal nostro forum il quesito di un papà preoccupato per il figlio adolescente.
Buongiorno sono Aldo il papà di Ettore di 16 anni. Vorrei un consiglio su come comunicare con mio figlio che ormai non riconosco più: è sempre arrabbiato, scostante, maleducato, non ci racconta più nulla, risponde a monosillabi…Non so proprio come prenderlo…
Caro Aldo, non devi scoraggiarti, comunicare con un figlio adolescente è difficile per tutti. Innanzitutto devi capire che Ettore non è più il “tuo bambino” sta cambiando, sta cercando la sua strada e per farlo ha bisogno dei suoi spazi, di prendere le distanze non solo da te e da tua moglie, ma soprattutto da quello che rappresentate. La sfida è insita al percorso di crescita, così come la ricerca di indipendenza. Questo non significa che non abbia più bisogno di voi, solo dovete trovare un nuovo piano di comunicazione. Giocate sull’ascolto empatico, non fategli domande chiuse alle quali può rispondere semplicemente con un sì o con un no, interessatevi alla sua vita in generale, ai suoi hobby, ai suoi gusti, alle sue opinioni. Rispettate i suoi tempi e i suoi spazi, facendogli sentire che comunque siete sempre lì per lui.
.
____________
Gennaio 2020
Per questo mese ho scelto dal nostro forum una domanda riguardante il tema del mese…
Buongiorno dottoressa Chiesa, seguo sempre il suo forum e vorrei farle una domanda che spero non esuli dal suo ambito professionale. Quali sono le cause della sindrome di Down? Terry
Carissima Terry, la domanda è pertinentissima. Generalmente ogni cellula del nostro corpo possiede 23 coppie di cromosomi, per un totale di 46 cromosomi. Nella sindrome di Down si riscontra una triplicazione del materiale genetico del cromosoma 21, che interessa l’intero cromosoma o solo parte di esso.
____________
Dicembre 2019
Questo mese abbiamo scelto dal nostro forum la domanda del papà di Marta, che tratta un tema purtroppo molto “sentito” in adolescenza: il bullismo.
Sono il papà di Marta una ragazzina di 13 anni che ha sempre avuto un carattere forte e autonomo. Recentemente siamo stati convocati dai professori , perché si è resa colpevole di un atto di bullismo nei confronti di una compagna. Pare si tratti di un fenomeno isolato. Come possiamo aiutarla? Dobbiamo mandarla da uno psicologo?
Innanzitutto dovete cercare di trasmetterle fiducia, sicurezza e valori forti in cui credere. No all’eccessiva indulgenza, senza però eccedere con atteggiamenti punitivi e rigidi. Dovete cercare di motivarla con stimoli positivi. Spesso dietro l’atteggiamento da bullo si cela un malessere profondo, una disfunzione della personalità e dello sviluppo affettivo. Un supporto terapeutico può essere fondamentale per risolvere sul nascere una situazione che ancora non si è incancrenita.
____________
Novembre 2019
Per questo mese ho deciso, in linea con il tema, di riprendere la domanda di Emma.
Buongiorno Dottoressa, mia figlia Cristina soffre di problemi legati ad un distorto rapporto con il cibo, è stata per un po’ da uno psicologo, ma ora si ostina ad affermare che può uscirne da sola. Secondo lei è possibile? Emma
Buongiorno Emma, purtroppo i disturbi del comportamento alimentare hanno radici profonde nel vissuto emotivo, psicologico e fisico di chi ne soffre. Bisogna affidarsi ad un’equipe specializzata che spesso comprende: internista, psicologo e psichiatra. Parliamo di problemi importanti che si riflettono anche sulla salute dei soggetti e che devono essere trattati con serietà e professionalità, l’auto cura non sortisce alcun risultato.
____________
Ottobre 2019
Per questo mese ho scelto dal nostro forum una domanda legata alla fase di addormentamento dei bambini.
Mio marito ed io siamo su posizioni opposte rispetto al rituale che precede il riposo notturno di nostro figlio Nicolas di 5 anni: io sostengo che la sera non si devono fare giochi troppo movimentati, soprattutto niente tablet, ma piuttosto un bel libro di favole, come faceva mia madre con me. Lui si ostina a sostenere che invece bisogna “stancarlo” e quindi tutte le sere improvvisano battaglie con i cuscini, gare con la playstation, sfide con la spada laser. Il risultato è che alle 11 Nicolas è ancora pimpante e si rifiuta di dormire.
Non voglio essere causa di discussioni famigliari, ma mi vedo d’accordo con lei: i bambini la sera non devono essere sovrastimolati, quindi no a giochi attivi, rumori forti e luci violente, bisogna invece creare un ambiente rilassante e ovattato.
____________
Settembre 2019
Solitamente mi scrivono per lo più genitori, nonni, zii. Per questo mese ho scelto invece la domanda di un fidanzato affettuoso, attento e partecipe.
Gentile dottoressa, la mia fidanzata Agnese di 25 anni ha sofferto in passato di anoressia. Ultimamente ho notato che si comporta in modo strano quando ceniamo insieme: tagliuzza il cibo in pezzettini millimetrici, lamentandosi di avere un’infiammazione in bocca, spizzica qualcosa, ma non finisce mai la sua porzione, più volte l’ho sorpresa chiusa in bagno. Ho provato ad affrontare con lei l’argomento, ma si trincera dietro un silenzio ostile. Si può ricadere nell’anoressia?
Purtroppo sì e dal comportamento di Agnese deduco che è nella fase di negazione, non vuole ammettere di essere nuovamente in difficoltà e quindi è importante intervenire tempestivamente, prima che la situazione diventi cronica. Devi starle vicino, sostenendola senza colpevolizzarla, non ergerti a giudice, ma parlale con dolcezza, cercando di comprendere il suo disagio. Non esitare nel cercare aiuto in un centro specializzato.
____________
Agosto 2019
Ho scelto per voi questo mese il quesito di Mara, perché interessa un numero sempre più alto di persone.
Buongiorno dottoressa Chiesa, recentemente ho avuto per la prima volta in vita mia, un fortissimo attacco d’ansia incontrollata, per un attimo ho pensato che il mio cuore si fermasse e che il mio cervello fosse andato in tilt. Secondo il mio medico, che mi segue da 10 anni, non è stato un vero e proprio attacco di panico, ma questo episodio mi ha lasciato un sacco di dubbi e di paure. Le chiedo: cosa scatena gli attacchi di panico? Mara
Carissima Mara, non c’è una ragione specifica che scateni la cosidetta “crisi di panico”, ma semmai concorrono diversi fattori legati ad una situazione di stress emotivo, di tensione, di cambiamento, di perdita di sicurezza. Anche l’utilizzo di sostanze stupefacenti può alimentare il disturbo. Ti consiglio di non creare un circolo vizioso attorno a questo singolo episodio, cerca di non dargli più peso del necessario e fidati del parere del tuo medico che ti conosce da tanto tempo.
____________
Luglio 2019
Per il mese ho scelto dal nostro forum una domanda legata all’autismo, perché in tanti avete sottolineato come questo tema sia particolarmente sentito.
Buonasera, a mio figlio Ettore è stata recentemente diagnosticata una forma di autismo. Mia moglie ed io siamo ancora scossi, increduli e… molto molto impreparati ad affrontare il problema. Abbiamo superato lo stadio della negazione e ora siamo nella fase della colpevolizzazione: “Cosa abbiamo fatto di sbagliato, avremmo dovuto o non dovuto…” I medici cercano di farci capire che questa malattia non ha niente a che vedere con nostri presunti errori, ma noi continuiamo a non darci pace. Ci risulta anche difficile fare domande ai terapeuti che ci assistono, ci sentiamo quasi… timidi, impotenti di fronte alla nostra ignoranza e… lo confesso infastiditi. Una delle tante domande che ci poniamo, riguarda i movimenti ripetitivi di Ettore, che ci fanno andare fuori di testa. Che significato hanno?
L’autismo è un disturbo molto complesso da affrontare e le vostre emozioni, i vostri vissuti, sono assolutamente giustificati. Non abbiate timore nel cercare l’appoggio di figure professionali preparate per aiutarvi a contenere ed affrontare le vostre paure e i vostri dubbi.
Le modalità psicomotorie delle quali mi parla, si possono classificare come attività di autostimolazione e/o autoerotismo. Spesso questi movimenti ripetitivi si possono considerare tentativi di mantenere gli “oggetti” sempre in un determinato posto, di evitare che l’ambiente si modifichi. Qualsiasi cambiamento genera nel soggetto autistico un senso di angoscia intollerabile. La ripetizione quindi equivale ad un mantenimento dell’oggetto e risulta tranquillizzante.
____________
Giugno 2019
Ho notato dalle vostre lettere nel mese, che molti di voi sono particolarmente interessati al problema dell’autismo, è per questo che oggi ho scelto di sottolineare il messaggio della mamma di Aron:
A mio figlio Aron di 15 mesi è stata diagnosticata una forma di autismo. Avrà mai una vita normale, sarà mai autosufficiente, potrà andare in una scuola normale?
Cara mamma di Aron, non lasciarti trasportare dalla disperazione e guarda al disturbo di tuo figlio con un approccio più costruttivo. Una diagnosi precoce è fondamentale per un’evoluzione positiva del disturbo. Anni fa ho avuto un piccolo paziente con una situazione simile e, grazie ad un intervento mirato ed efficace, ha superato i suoi problemi e ormai conduce una vita normale. Affidati ad un centro specializzato in psicomotricità dell’età evolutiva e non lasciarti abbattere dalle difficoltà. Il trattamento terapeutico da ottimi risultati.
____________
Maggio 2019
Questo primo mese abbiamo scelto la domanda del papà di Marta che tratta un tema di forte attualità:
Sono il papà di Marta una ragazzina di 13 anni che ha sempre avuto un carattere forte e autonomo. Recentemente siamo stati convocati dai professori, perché si è resa colpevole di un atto di bullismo nei confronti di una compagna. Pare si tratti di un fenomeno isolato. Come possiamo aiutarla? Dobbiamo mandarla da uno psicologo?
Innanzitutto dovete cercare di trasmetterle fiducia, sicurezza e valori forti in cui credere. No all’eccessiva indulgenza, senza però eccedere con atteggiamenti punitivi e rigidi. Dovete cercare di motivarla con stimoli positivi. Spesso dietro l’atteggiamento da bullo si cela un malessere profondo, un disfunzionamento della personalità e dello sviluppo affettivo. Un supporto terapeutico può essere fondamentale per risolvere sul nascere una situazione che ancora non si è incancrenita.