Partiamo dai risultati di una ricerca della Oxford University che sottolinea l’importanza delle favole nel facilitare e stimolare lo sviluppo di capacità cognitive, metacognitive, linguistiche e ideative.
Nella maggior parte dei casi i genitori smettono di leggere o raccontare storie ai figli quando hanno circa 7 anni e questa è una deprivazione importante del loro immaginario creativo. La lettura delle favole oltre ad avere un ruolo fondamentale nello sviluppo del rapporto genitore bambino, permette di trasmettere valori, di stimolare l’immaginazione e di dare un significato alla vita.
Il bambino attraverso le storie ha la possibilità di elaborare, sperimentare e vivere tutta una serie di emozioni in un contesto “protetto”. Il lettore, colui che racconta, ha un ruolo importante nel vissuto del piccolo, deve dimostrarsi disponibile e rassicurante, deve fargli percepire con sicurezza che tutte le sue emozioni verranno contenute correttamente.
Il tempo che dedichiamo alla lettura delle fiabe ha quindi un forte valore educativo e rappresenta un “tempo di qualità” che dedichiamo ai nostri piccoli.
Il New York Times ha pubblicato una serie di conclusioni relative alla lettura di favole affermando che anche i bebè beneficiano della lettura di storie e le fondamenta di un linguaggio ricco e appropriato, affondano nella primissima infanzia, nella possibilità di essere stimolati sin da neonati. Saranno poi i bambini stessi a farci capire quando dobbiamo smettere di leggere per loro, quando si sentono sufficientemente indipendenti per continuare il percorso da soli.
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