La disprassia è un disturbo della coordinazione motoria che interessa 6 bambini su 100. E’ caratterizzata dall’incapacità di eseguire atti motori finalizzati e intenzionali. E’ un disturbo multisistemico che interessa molti aspetti dello sviluppo e che può comportare goffaggine nei movimenti, scarse capacità sportive, disgrafia, disturbi di apprendimento. In un soggetto disprassico l’attività motoria, anche se eseguita con rapidità e in modo apparentemente abile, può essere del tutto inefficace e scorretta. Il quoziente intellettivo di questi soggetti è nella norma, anche se i test legati al coordinamento oculo-manuale potrebbero risultare inadeguati. Le principali manifestazioni della disprassia prevedono un ritardo nel raggiungimento delle tappe di sviluppo motorio: passaggio alla posizione seduta, gattonamento, deambulazione.
L’esperienza clinica e terapeutica ha evidenziato come questo disturbo non rappresenti solo un quadro patologico a sé, ma sia sintomo tipico di diversi disturbi neuroevolutivi.
La disprassia è un’alterazione dello sviluppo degli apprendimenti gestuali e non è associata a lesioni cerebrali. Piuttosto potrebbe essere legata all’ immaturità di alcuni circuiti nervosi del cervello.
Fra le difficoltà che caratterizzano i bambini disprassici ricordiamo:
- allacciarsi scarpe e bottoni
- vestirsi in generale
- utilizzare le posate
- costruire frasi
- scrivere e disegnare
- giocare con i puzzle
- fare costruzioni
- orientarsi nello spazio
- fare giochi con la palla
Gli interventi per curare questo disturbo devono essere multidisciplinari: psicomotricità, logopedia, supporto psicologico.
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