Uno dei disturbi più diffusi nella società moderna è l’insonnia, che interessa non solo gli adulti, ma anche gli adolescenti e i bambini molto piccoli.
L’insonnia adulta si differenzia in linea generale da quella infantile, soprattutto perché in questo caso il soggetto vorrebbe dormire, ma non ci riesce. Nel caso invece dei bimbi molto piccoli, l’insonnia è scatenata dallo sforzo di non cedere al sonno: il bambino in realtà non vuole dormire e fa di tutto per rimanere sveglio.
Il 20-30% dei bambini sotto i tre anni, soffre di disturbi del sonno. Quasi sempre l’insonnia è legata a fattori psico-fisiologici generati da un ambiente con tanti stimoli sonori e luminosi (televisione, tablet, pc), dall’organizzazione della giornata, dalle abitudini inculcate dai genitori. Raramente l’insonnia ha cause organiche quali: reflusso, otite, asma, dermatite…
I disturbi del sonno comprendono l’insonnia vera e propria, l’ipersonnie, le parasonnie, i disturbi del ritmo circadiano. Si differenziano a seconda dell’età. Nella prima infanzia notiamo soprattutto difficoltà nell’addormentarsi, risvegli frequenti, parasonnie.
Il piccolo solitamente vede i genitori soprattutto nelle ore serali, quando rientrano dal lavoro, quindi vorrebbe protrarre l’interazione con loro il più possibile, sforzandosi di non addormentarsi.
Per costruire un rapporto sereno ed adeguato, è necessario creare una routine, un’abitudine per le ore serali, alla quale il bambino impari ad adeguarsi. Si deve partire dalla costruzione di un ambiente sereno e tranquillo, in cui gli stimoli vengono man mano diminuiti. È fondamentale anche che il bambino impari a dormire nel proprio letto, sviluppando progressivamente l’autonomia e la capacità di addormentarsi da solo. Si possono utilizzare “oggetti transizionali” per rassicurarlo e rendergli più facile il distacco. Papà e mamma devono essere fermi, sicuri, ma al tempo stesso devono trasmettere tranquillità e serenità.
Nei primi tre anni si è notato che i problemi del sonno sono più frequenti nei bimbi allattati al seno, nei primogeniti, nei figli unici e in tutti i soggetti abituati a dormire nel lettone.
Un riposo corretto è alla base di uno sviluppo psicomotorio adeguato e di una crescita buona. Una cattiva qualità del sonno o un sonno insufficiente, provocano irritabilità, insofferenza, disturbi metabolici e digestivi, depressione, problemi di apprendimento, deficit cognitivi e dell’attenzione. Questo “malessere” può influenzare l’intero equilibrio famigliare, generando una forma di stress diffusa.
I disturbi del sonno sono spesso legati ad ansie tipiche della crescita, alla acquisizione di maggior consapevolezza di sé e dell’altro, sono la manifestazione di un disagio legato ai passaggi evolutivi.
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