Gentile dottoressa, sono una ragazza di 26 con problemi di comportamento alimentare da quando ho memoria. Sono sempre stata “rotondetta” tant’è che i miei genitori mi chiamavano “mappy” da “mappamondo” inteso come grosso e rotondo. A scuola mi prendevano sempre in giro: “ciambellona” , “cicciona” “salsicciotta”,“Moby Dick”…..tant’è che mi sono chiusa sempre più in me stessa, mi sono isolata dagli altri, sentendomi inferiore, inadeguata e brutta. Il vuoto che sentivo dentro ho cercato di colmarlo sempre più con il cibo. Ora sono ad un punto morto: odio il mio corpo, non ho una vita di relazione, né rapporti sociali, perché mi sento giudicata, osservata e mi sembra di vedere nello sguardo degli altri solo ribrezzo. Non ce la faccio più.
Sara