Gentilissima dottoressa Chiesa, seguo sempre con interesse il suo forum e mi sono deciso a scriverle per un consiglio: la mia compagna ha un figlio di 15 anni, Lapo, che è da sempre (ormai lo conosco da più di 4 anni) un ragazzo “difficile”. Mi spiego: non ha alcun rispetto per le regole e le norme di comportamento, risponde male alla madre e ai professori, marina la scuola, mente, è prepotente, a volte violento, ed è già la seconda volta che si appropria di oggetti non suoi (ha rubato le scarpe ad un compagno, si è impossessato dei videogiochi di un altro e puntualmente fa sparire gli spiccioli dal portafoglio della madre). Ora è stato sospeso perché ha scritto oscenità sui muri della scuola. La mia compagna insiste nel minimizzare, ha sempre una “lettura” conciliatoria dei suoi comportamenti: ha perso il padre per un brutto incidente all’età di due anni e il suo è l’atteggiamento provocatorio di un adolescente che sente un “vuoto”. Personalmente trovo che la situazione non si possa risolvere così semplicisticamente. Cosa ne pensa?
Alfredo