I bambini e la guerra in Ucraina

E’ un momento storico molto complesso e difficile che sta mettendo a dura prova le nostre certezze. Prima la pandemia e ora la guerra, ci obbligano a confrontarci con paure e insicurezze. Al tempo stesso dobbiamo far fronte alle angosce dei nostri figli trovando il modo migliore per contenerle.  A tal proposito non esiste una “soluzione universalmente valida”, ma, in linea generale, rispettare alcuni principi base, può rivelarsi di grande aiuto:

  • Ascolto: è importantissimo, è la base di una relazione di fiducia con i nostri bambini. Devono sapere di essere affiancati da genitori pronti a chiarire i loro dubbi e capaci di capire i loro bisogni
  • Chiarezza: dobbiamo essere in grado di fornire risposte semplici ed esaustive, quanto più dirette possibili
  • Rassicurazioni: una comunicazione sincera deve accompagnarsi alla capacità di educare alla speranza, alla capacità di sottolineare gli aspetti positivi che fanno pensare ad una risoluzione del conflitto (negoziati, corridoi umanitari…)

Le più grandi paure di bambini e adolescenti girano intorno al concetto di sicurezza e integrità del proprio nucleo famigliare. Il desiderio più sentito è quello di garantire protezione a se stessi e ai propri cari. Queste emozioni si accompagnano al senso di ineluttabilità degli eventi e all’insicurezza legata all’impossibilità di controllare quanto succede. Le immagini dei bambini soli e disperati, la cui famiglia è stata divisa o distrutta, genera dolore, sofferenza e preoccupazione per il proprio “nido” che non appare più sicuro come un tempo.

Compito degli adulti è dare spazio a tutte le problematiche contenendole e, laddove è possibile, elaborandole insieme ai ragazzi per renderle più “accettabili”, meno minacciose. Promuovere azioni che favoriscano la solidarietà, la coesione e la partecipazione, possono disinnescare o mitigare le emozioni più “difficili”, facendo sentire i soggetti meno impotenti e più partecipi alla ricerca di una soluzione.

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