DCA: disturbi del comportamento alimentare

La costruzione di un rapporto sereno e positivo con il cibo è importantissima per lo sviluppo di un sano comportamento alimentare e si consolida, come ben sappiamo, nel corso dei primi 10 anni di vita. L’alimentazione non esaurisce la propria funzione nel semplice atto di “fornire combustibile al nostro organismo”, ma si colora di tutta una serie di significati psicologici, relazionali e simbolici.

I disturbi alimentari sono sempre indicatori di disagi più profondi legati alla sfera psicologica e il percorso da affrontare per superarli è spesso lungo e tortuoso e deve avvalersi di un intervento multidisciplinare, che aiuti a decostruire miti ingannevoli e dannosi relativi all’immagine corporea e al cibo. Nella nostra società purtroppo si registra infatti un’ossessiva considerazione per l’aspetto fisico, per la magrezza, stigmatizzando il grasso corporeo e il sovrappeso e già in età infantile i bambini sono sensibili a queste tematiche. Il cosiddetto “fat shaming” alimenta infatti le dinamiche che consolidano i disturbi del comportamento alimentare.

I soggetti che soffrono di Dca hanno spesso gravi difficoltà emotive, problemi relazionali, sociali e lavorativi e presentano complicazioni mediche a carico del cuore, del sistema digestivo, delle ossa, dei denti, della bocca, fino a generare patologie anche gravi.

Nella sintomatologia comune a chi soffre di questi disturbi ricordiamo

  • pensiero ossessivo del cibo e paura costante di ingrassare
  • alterazione della propria immagine corporea
  • calo di peso corporeo significativo
  • ingerimento eccessivo di cibo in un breve lasso di tempo
  • tendenza ad andare in bagno subito dopo aver mangiato
  • allenamento sportivo eccessivo, quasi ossessivo
  • tentativo di evitare situazioni di convivialità a tavola
  • sminuzzamento del cibo e lentezza estrema nel mangiare
  • abbigliamento extra-large per occultare dimagrimento

I soggetti che soffrono di disturbi del comportamento alimentare solitamente non sono in grado di chiedere aiuto, non hanno consapevolezza del problema. Sono le persone che le circondano che solitamente riescono a cogliere dei segnali e a lanciare l’allarme.  Il trattamento include una combinazione di terapia comportamentale, educazione alimentare, monitoraggio medico e assunzione di farmaci.

Tra i principali disturbi dell’alimentazione ricordiamo:

  • anoressia nervosa (distorta immagine di sé che conduce ad un’assoluta ricerca di magrezza e a un’assunzione di cibo irrisoria)
  • bulimia nervosa (episodi ricorrenti di alimentazione incontrollata seguiti da comportamenti compensatori inappropriati come il vomito autoindotto, il digiuno o l'esercizio guidato)
  • binge eating disorder (disturbo di alimentazione incontrollata accompagnato da depressione e disgusto per se stessi)
  • feeding disorders (disturbi della nutrizione tipici dell’infanzia, i soggetti non seguono un regime alimentare regolare)
  • nes (night eating, consumo abbondante di cibo durante le ore notturne)
  • disturbi alimentari sottosoglia (disturbi meno eclatanti e spesso sottovalutati, ma comunque da tenere controllati perché potrebbero sfociare in patologie più gravi)
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