Dal mio libro sulla sindrome della delezione 1p3.6 – ottavo estratto

La delezione telometrica del cromosoma 1p3.6

Individuare gli aspetti clinici e molecolari di questa sindrome non è facile. Recenti ricerche in tecnologia citogenetica, in particolare la FISH e l’esame del DNA, hanno contribuito all’identificazione della delezione in questione e ad una definizione più chiara del fenotipo clinico e delle caratteristiche molecolari di questa sindrome.
La FISH è un metodo diagnostico indispensabile poiché, servendosi della ricerca delle regioni subtelomeriche di tutte le parti terminali dei cromosomi, aiuta ad identificare delezioni altrimenti difficili da visualizzare, tra cui la monosomia1p3.6.
La FISH e l’esame del DNA dimostrano che siamo in presenza di diversi tipi di delezione che, sovrapponendosi, portano alla delezione in oggetto.
Oltre alla FISH e all’esame del DNA, vengono impiegati altri metodi di indagine diagnostica, tra cui le indagini cromosomiche di routine, lo screening del menoma, l’ibridazione del genoma (CGH), l’analisi del cariotipo.
Le informazioni cliniche usate in questo studio si basano sulla documentazione medica di diversi Istituti ed includono la storia famigliare, l’età dei genitori, informazioni sull’andamento della gravidanza, la misurazione delle dimensioni fisiche, le valutazioni neurologiche, i problemi del comportamento ed il profilo funzionale.
Sono raccomandati anche gli esami per valutare l’eventuale disfunzione tiroidea (tipica in questa sindrome), con T4, T4 libero e livelli di TSH alla nascita, a sei mesi e annualmente. La valutazione del palato e delle funzioni devono essere incluse nella valutazione iniziale.
La gestione clinica della monosomia 1p3.6 si basa sulla valutazione delle maggiori complicanze cliniche con un ecocardiogramma e con l’esame oftalmologico.

Caratteristiche fisiche:
Fontanella anteriore ampia e tardiva nel chiudersi.
Occhi allungati.
Spazio palpebrale ridotto.
Dorso del naso schiacciato e nasino a “patata”.
Mento appuntito.
Palato estremamente inarcato.
Palatoschisi.
Denti con notevole spazio di separazione l’uno dall’altro.
Bocca piccola.
Caratteristico dimorfismo cranio-facciale.
Microcefalia.

Problemi cognitivi e complicanze neurologiche:
QI generalmente inferiore a 60.
Problemi del linguaggio, più marcati rispetto a quelli motori.
Atrofia cerebrale.
Dilatazione ventricolare.
Asimmetria ventricolare.
Idrocefalo.
Ritardo nella mielinizzazione.
Quadro leucodistrofico.
Displasia fococorticale.

Aspetti motori e dell’apparato muscolo-scheletrico:
Ipotonia muscolare (85%), più marcata durante il primo anno di vita.
Andatura a base allargata e con poca coordinazione.
Infrequenti i problemi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico ma, se presenti, riguardano cifosi e/o scoliosi, contratture e poca flessibilità delle articolazioni, displasia dell’anca e anomalie alle costole.
Autonomie limitate; difficoltà nell’alimentazione.
Disfagia orofaringea (72%).

Disturbi visivi:
Problemi al nervo ottico.
Nistagmo.
Difficoltà di fissazione e di inseguimento visivo.
Strabismo.
Ambliopia.
Problemi refrattivi (ipermetria, miopia, astigmatismo).
Cataratta.
Problemi di lacrimazione.

Disturbi dell’udito:
Danno neuro-sensoriale.
Udito basso (82%).
Bassa frequenza (37%).
Deficit di conduzione.

Complicanze cardiache:
Cardiomiopatia presente nel 50% dei casi e nel 23% già durante il primo anno di vita.
Displasia dell’aorta.
Anomalia di Fallot.
Anomalia di Ebstein.

Sistema endocrinologico:
Disfunzione dell’ipotalamo e dell’ipofisi, che si manifesta con pubertà precoce in alcuni pazienti e obesità in altri.

Epilessia:
Secondo uno studio recente otto pazienti su nove rivelano un’attività epilettica all’ECG. Le crisi ricorrono nel 50% dei pazienti e sono di differenti tipi:
encefalopatia mioclonica infantile (spasmi e ipsaritmia),
epilessia generalizzata,
epilessia parziale (semplice e complessa). In alcuni bambini le crisi si verificano alla nascita ma cessano durante il primo anno di vita. Il 72% dei casi richiede un costante trattamento farmacologico con antiepilettici.

Aspetti del comportamento:
Irrequietezza.
Episodi di aggressività nei confronti delle persone e degli oggetti.
Percossione e lancio degli oggetti.
Autolesionismo (picchiare la testa, mordersi le mani e i polsi, succhiare le dita fino a renderle doloranti, pizzicarsi).
Mettere costantemente le mani in bocca.
Episodi di autismo riportati dalla letteratura.

Problemi organici:
La monosomia 1p3.6 sembra essere correlata anche alle seguenti patologie:
Glaucoma Primario Congenito.
Parkinsonismo giovanile.
Forme tumorali

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